Dal vinile allo streaming
Molti audiofili ancora oggi acquistano diffusori ed amplificatori
importanti abbinandoli a sorgenti non all’altezza.
Di recente, il ritorno al vinile e all’alta fedeltà vintage, mi ha fatto pensare che
ci si sia un po’ stancati dell’era dell’MP3 e dell’ascolto attraverso dispositivi
di scarsa qualità.
Mi fa piacere vedere nei giovani un rinnovato interesse verso il vinile, non solo
perché suona bene ma perché cambia il modo in cui ci si pone di fronte
all’ascolto.
Nell’era digitale si è perduta l’attenzione all’ascolto e spesso le persone,
anziché ascoltare interamente un disco, fanno zapping tra i brani, mentre con
un LP si ascolta il disco dall’inizio alla fine con una attenzione, a mio parere,
completamente diversa.
Sono uno dei pochi che in contro tendenza, ha mal digerito il digitale nel
momento della sua introduzione così come il passaggio dal CD all’MP3,
nonostante molti sostenessero che non vi fosse apprezzabile differenza
all’ascolto e che dal punto di vista della qualità non vi fossero distinzioni
sostanziali.
Pur amando e sostenendo l’analogico, oggi, guardo al fenomeno dello
streaming in alta risoluzione come una vera e propria rivoluzione ed una
autentica svolta che finalmente rende il digitale un ascolto di grande qualità.
Oggi, forse per la prima volta nella storia della musica riprodotta, si può
avere, attraverso i file master in alta risoluzione, la qualità dello studio di
registrazione a casa propria.
Nel mio impianto vinile e streaming convivono oggi in grande armonia.
Se suona meglio è migliore